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Itinerari da MACCHIA DA SOLE

 

 

Itinerario 7 - da Macchia da Sole all'Eremo di Santa Maria Maddalena

Splendida e suggestiva escursione in uno dei luoghi più isolati e selvaggi dei Monti Gemelli, alla ricerca dell'Eremo di Santa Maria Maddalena, collocato all'interno di una grotta, un tempo chiusa da una chiesetta della quale non restano che ruderi e tracce di una volta a botte che si intuisce affrescata. Presente anche una cisterna per la raccolta di acqua piovana. L'eremo, citato in diversi documenti del XIII secolo, dipendeva dal cenobio di Sant'Angelo in Volturino, anch'esso all'interno di una grotta in quota (cfr itinerario n°6). Numerose le leggende, fra sacro e profano, nate attorno a questo luogo, la cui inaccessibilità incrementava il senso di mistero.
Si parcheggia sulla piazza centrale di Macchia da Sole (dove si trova la Casa del Parco, 910 m. slm) e si imbocca la brecciata che sale a Croce di Corano; prima del quadrivio s'incontra un nucleo di case abbandonate (località "le Canavine"), dal quale sulla destra (paline basse e ometti) si stacca un sentiero in salita; dopo circa un km e mezzo il sentiero intercetta la brecciata che sale da Croce di Corano, per poi abbandonarla nuovamente per un sentiero sottostrada (esattamente sul tornante dove la strada torna indietro diventando tratturo). Inizia ora un lungo saliscendi nel bosco, fino ad arrivare alla Vroga della Caccia, ampio canalone che attraversa tutto il versante sud della montagna (attenzione a non scivolare sul pendio terroso!); si attraversano i resti delle tante valanghe invernali, con le cataste incredibili di tronchi e massi franati; infine si arriva ad un belvedere a 1202 metri slm, dal quale scende ripido un canalone alberato, che porta all'ampia radura davanti all'Eremo (1056 slm). Interessante la grotta a destra della cavità principale, che in salita sbocca in 50 metri sul retro del costone roccioso (attenzione alla testa, soffitto basso invisibile al buio!).
Ritorno per lo stesso itinerario.
Attrezzandosi con auto in partenza ed all'arrivo, è possibile realizzare una prestigiosa traversata fino a Ripe di Civitella, dove giunge il 411d nei pressi del piazzale della chiesa.

Dislivello positivo: 300 m

Lunghezza: Km. 10,00 (a/r)

Durata: Ore 6, soste escluse

Difficoltà: EE

Segnaletica: bolli CAI bianco-rossi (sentiero 413/411d)

Attrezzatura: abbigliamento intimo caldo, giacca impermeabile, bastoncini, calzature da trekking, zaino, borraccia d’acqua, ricambio asciutto in auto. Condizione fisica richiesta: discreta.

 

Itinerario 8 - dall'Osso Caprino alla Forchetta

Facile e breve percorso, con dislivello limitato, che consente di raggiungere la "Forchetta", importante valico fra la Valle Castellana e la Valle degli Scoiattoli: è un passo ben conosciuto dagli escursionisti, che vi transitano per concatenare itinerari attorno al Foltrone.
Si parcheggia nell'area di sosta lungo la provinciale 52, in località Osso Caprino (è presente una fonte di ottima acqua per rifornirsi); scendere per 200 metri sulla provinciale (direzione Macchia da Sole) e imboccare in forte salita una carrareccia dissestata (palina CAI, sentiero 426). Percorrerla fino ad un'altra palina CAI, che segnala il bivio a sinistra per la vetta del Monte Foltrone: noi invece proseguiremo dritti, con indicazione sentiero n°425. Dopo alcune svolte, la carrareccia diviene sentiero; superate due radure con acquitrini, si entra in un bel bosco di faggi. Seguendo la traccia, si raggiunge il bivio per la strada carrozzabile dell'Acquachiara verso destra: proseguendo invece dritti, in circa 200 metri si giunge alla Forchetta.
Discesa per lo stesso itinerario. In alternativa si può effettuare un anello molto più lungo raggiungendo Piano Maggiore (sentiero 427): di qui a Macchia da Borea ed al parcheggio.

Dislivello positivo: 400 m

Lunghezza: Km. 6,00 (a/r)

Durata: Ore 3, soste escluse

Difficoltà: E

Segnaletica: bolli CAI bianco-rossi (sentieri 426/425)

Attrezzatura: abbigliamento intimo caldo, giacca impermeabile, bastoncini, calzature da trekking, zaino, borraccia d’acqua, ricambio asciutto in auto. Condizione fisica richiesta: discreta.

 

Itinerario 9 - dall'Osso Caprino a Monte Foltrone

Splendido itinerario, impegnativo per il notevole dislivello, ma uno dei più belli fra quelli qui proposti, che consente di raggiungere la vetta principale del Foltrone attraversando uno dei versanti più affascinanti e selvaggi, quello nord; imperdibile poi il panorama visibile dalla cresta terminale.
Si parcheggia nell'area di sosta sulla Provinciale 52 in località Osso Caprino (presente fontana di ottima acqua); si scende per 200 metri lungo la Provinciale in direzione Macchia da Sole, quindi si imbocca a sinistra (palina CAI, 881 m slm) una ripida carrareccia dissestata; la si percorre dapprima in forte salita, poi più agevolmente fino ad un bivio con palina CAI (1083 slm): svoltare a sinistra (dritti si va invece alla Forchetta, itinerario n°8), prima in discesa, poi in salita in una bella faggeta. Superato il bivio che a destra conduce alla Falesia ed alla Grotta dei Briganti (1200 slm circa, raggiungibile in 10 minuti), attraverso numerose svolte il sentiero sale di quota raggiungendo una prima radura panoramica, quindi – per facili roccette – una seconda radura a quota 1500 slm: qui si può proseguire dritti, traversando sul n°426 più lungamente ma più agevolmente fino alla Costa dell'Elce (sentiero proveniente da nord/est dalla Salluta), e poi prendere la cresta panoramica che conduce fino in vetta (1718 m. slm). Dalla radura è anche possibile imboccare il n°426a, che sale verticalmente ma faticosamente fino alla cresta sommitale.
Ritorno per lo stesso itinerario. Consigliamo vivamente di fare un anello, salendo dal 426a e scendendo dal 426, evitando così la discesa ripida e scivolosa.

Dislivello positivo: 850 m

Lunghezza: Km. 9,00 (a/r)

Durata: Ore 7, soste escluse

Difficoltà: EE

Segnaletica: bolli CAI bianco-rossi (sentiero 426/426a)

Attrezzatura: abbigliamento intimo caldo, giacca impermeabile, bastoncini, calzature da trekking, zaino, borraccia d’acqua, ricambio asciutto in auto. Condizione fisica richiesta: ottima.

 

Itinerario 10 - da Macchia da Sole a Castel Manfrino

Castel Manfrino è un luogo magico, sospeso a metà fra storia e leggenda: appollaiato su un costone a guardia delle Gole del Salinello – importante via di comunicazione fra versante adriatico e aree interne fin dall'antichità – risulta nel 1269 fra i più importanti castelli d'Abruzzo al tempo di Carlo I d'Angiò, ma è presumibile che fosse stato edificato da Manfredi, figlio naturale dello "stupor mundi" Federico II, donde il suo nome. Plausibile anche che sullo strategico sperone roccioso sorgesse un antico castrum romano, occupato poi dai Longobardi, la cui presenza in zona è testimoniata da numerosi toponimi. L'affascinante figura di Manfredi e la sua drammatica fine, unite all'isolamento ed alla suggestione del luogo, hanno fatto nascere le tante leggende che nei secoli hanno avvolto questo straordinario maniero.
Si parcheggia sulla piazza principale di Macchia da Sole (dove si trova la Casa del Parco), e si imbocca il sentiero 411 (palina) che conduce nelle Gole del Salinello: arrivati a 200 metri dai ruderi, su un ampio dosso erboso con panchina, si abbandona il sentiero principale (che scende nelle sottostanti gole) e si prende il 411c, che in breve conduce a Castel Manfrino.
Ritorno per lo stesso itinerario. E' tuttavia possibile fare un anello, breve ma con passaggi scomodi, scendendo dalla fine dei ruderi dapprima con una scala metallica, poi su sentiero, fino a reincontrare il 411 percorso all'andata.

Dislivello positivo: 50 m

Lunghezza: Km. 4,00 (a/r)

Durata: Ore 2, soste escluse

Difficoltà: T

Segnaletica: bolli CAI bianco-rossi (sentieri 411/411c)

Attrezzatura: abbigliamento intimo caldo, giacca impermeabile, bastoncini, calzature da trekking, zaino, borraccia d’acqua, ricambio asciutto in auto. Condizione fisica richiesta: discreta.

Ultimo aggiornamento: 26/01/2022

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