Macchia da Sole è una frazione di Valle Castellana situata a 910 m slm nell’alta Valle del Salinello, tra i Monti Gemelli. È nata nel Rinascimento a seguito della decadenza del vicino castello nato sotto la dominazione longobarda come “Castrum Maccla”, trasformato poi nel periodo Normanno – Svevo nel più famoso “Castel Manfrino”. Probabilmente la località era già conosciuta nel periodo antico, nel pianoro della “Casetta” presso Case Sbraccia potrebbero trovarsi i resti di un insediamento romano. . Il nome deriva da “macla”= “macchia”, un toponimo comune nei luoghi intensamente boschivi,ricordando anche l’oscura ombrosità del bosco. Oggi, l’abitato, ottocentesco e moderno, conserva alcuni edifici in pietra che presentano caratteri di maggiore antichità e si struttura su due nuclei: l’uno in alto denominato “Palazzo” e uno in basso denominato “Mattrale”. All’ingresso sono presenti la Chiesa di San Giovanni Battista e il Palazzo De Marcis. La Chiesa, databile intorno al 1600, è a navata unica, piccola sacrestia e campanile sul fianco sinistro con la cuspide realizzata in mattoni; questa ospita cinque campane, una senza iscrizione, due con data 1547, una proveniente da Cannavine e una quattrocentesca proveniente dall’antico romitorio di Santa Maria Maddalena, di cui oggi sono visibili solo alcuni resti nei pressi dell’omonima grotta. La facciata della chiesa, a coronamento orizzontale, mostra un finestrone rotondo che sovrasta il semplice portale e, come il resto dell’edificio, è realizzata con pietre legate da malta, intervallate da tre file parallele di mattoni posti a due a due.
Il vicino Palazzo De Maris, è un edificio fortificato del XV secolo con le caratteristiche di una torre-maschio, a pianta quadrata, con basamento a scarpa. Il Palazzo Spagnolo, seppure fatiscente, è la testimonianza della dominazione borbonica sul territorio, così come lo è il mascherone nella fontana pubblica ubicata poco fuori il centro abitato. Nel Palazzo De Marcis risiedevano, soprattutto nel periodo estivo, i conti di Montorio che controllavano l’Università di Macchia del Conte costituita da Macchia da Sole, Macchia da Borea, Piano Maggiore e Cannavine.
Nel 1806 la colonna dei soldati francesi incalzava i banditi al seguito dello Sciabolone che si rifugiavano nelle grotte di Macchia da Sole. In questi episodi vennero fucilati il figlio di Giambattista Ferri, Emanuele Caterina e suo fratello Aldebrando tutti di Macchia da Sole. Nel 1813 le Università di San Vito e di Macchia del Conte entrarono a far parte del Comune di Valle Castellana.
Foto: Francesco Mosca - www.paesiteramani.it
Ultimo aggiornamento: 30/08/2022
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